Endometriosi - Dott.ssa Barbara Trani

L’endometriosi è una malattia cronica e ormone-dipendente caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina.

Il tessuto endometriale può localizzarsi all’esterno dell’utero (endometriosi esterna), oppure all’interno dell’utero (adenomiosi).

Le cause che portano allo sviluppo dell’endometriosi sono attualmente sconosciute, si pensa tuttavia che siano multifattoriali e comprendano fattori ambientali e predisposizione genetica. Questa malattia colpisce il 5-15% delle donne, il 30-50% delle quali soffre di sterilità.

L’ adenomiosi può essere asintomatica oppure avere sintomi come dismenorrea, menorragia, aumento del volume dell’utero.

L’endometriosi esterna ha sintomi quali dismenorrea, dolore pelvico cronico, dolore durante la minzione e la defecazione, ematuria ciclica, dolori inguinali ciclici, dolore durante i rapporti sessuali, ovaie ingrossate e dolenti, stanchezza fisica cronica. Negli ultimi anni questa forma di endometriosi sta prendendo il sopravvento rispetto all’adenomiosi. I sintomi possono variare sia per intensità che per tipologia, ciò accade perché essendo il tessuto endometriale in eccesso ormone-dipendente, risponde agli stimoli ormonali comportandosi come l’endometrio uterino, accrescendosi e sfaldandosi. Tutto ciò crea un’infiammazione cronica nell’area interessata responsabile dei sintomi legati alla malattia.

L’infiammazione cronica comporta a lungo termine, il danneggiamento degli organi interessati causando cicatrici, aderenze, produzione di tessuto fibroso anomalo.

Di recente è emerso il ruolo del microbioma nella modulazione di tutte le patologie estrogeno-dipendente (come l’endometriosi).  Il microbioma intestinale è influenzato dalla presenza degli estrogeni ma al contempo regola esso stesso i livelli degli estrogeni circolanti attraverso la secrezione di β-glucuronidasi, un enzima che trasforma gli estrogeni da forma coniugata a forma deconiugata (forma attiva), la forma deconiugata viene immessa nel torrente circolatorio e va a legarsi ai propri recettori (ER-alfa e ER-beta) stimolando l’attivazione genica e gli effetti epigenetici della cascata intracellulare.

L’epitelio intestinale è in salute quando è composto da 4 phyla batterici: Batteriodi, Firmicutes, Actinobatteri e Proteobatteri. L’equilibrio fra queste specie batteriche è la chiave per mantenere l’omeostasi e l’immunità intestinale. In un intestino sano il 90% del microbioma è costituito da Firmicutes e Batterioidi con un rapporto Firmicutes/batteriodi basso.

Uno squilibrio fra le diverse specie batteriche porta alla disbiosi , essa riduce la diversità batterica, aumenta il rapporto Firmicutes/ Batterioidi causando la produzione di metaboliti che favoriscono una risposta infiammatoria. Le giunzioni cellula-cellula si riducono portando ad un’ aumento della permeabilità intestinale (leaky gut) che permette ai batteri di spostarsi in altre sedi con conseguente infiammazione sistemica.

Come si relaziona ciò con l’endometriosi?

L’integrità dell’epitelio intestinale può essere modificata dagli estrogeni. Diversi tessuti, tra cui l’intestino, espongono i recettori per gli estrogeni. E’ importante sapere che i fitoestrogeni sono metabolizzati nello stesso modo degli estrogeni e sono in grado di legare i loro stessi recettori.

In caso di disbiosi intestinale, l’equilibrio fra estrogeni e fitoestrogeni viene alterato, la minore diversità microbica porta ad una riduzione della deconiugazione con conseguente riduzione degli estrogeni circolanti. L’alterazione degli estrogeni circolanti può contribuire allo sviluppo di: obesità, sindrome metabolica, cancro, iperplasia dell’endometrio, endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico, infertilità, malattia cardiovascolare (CVD) e alterata funzionalità cognitiva.


Quali esami fare per una corretta diagnosi?

E’ necessario rivolgersi ad uno specialista ed gli esami da effettuare sono visite ginecologiche, esplorazioni rettali, risonanza magnetica, ecografie pelviche e transvaginali, ricerca nel sangue di alcuni antigeni sierici (Ca 125 , Ca 19.9 ecc.)

La diagnosi è spesso ritardata di almeno 7 anni, le donne affette da endometriosi manifestano sintomi sovrapponibili a quelli del colon irritabile (IBS) come costipazione, meteorismo, flatulenza, dolori addominali, sensazioni di evacuazioni incomplete ciò in parte può rendere più complicata la diagnosi. A ciò bisogna aggiungere che le adolescenti  in età fertile di frequente confondono i loro sintomi con quelli semplice dismenorrea che trattano con FANS ritardando ulteriormente la diagnosi.

Terapia

La terapia consiste nell’uso di FANS (antiinfiammatori) o nell’uso di progestinici ( spesso la pillola anticoncezionale) o nell’intervento chirurgico tramite laparoscopia finalizzato alla rimozione dell’endometrio.

Dieta ed endometriosi

Numerosi studi hanno dimostrato che alcuni alimenti possono modulare i fattori di rischio per l’endometriosi. Gli ortaggi, la frutta, il pesce e i grassi omega 3, sono correlati ad una riduzione dei fattori di rischio per l’endometriosi. Al contrario l’uso di carne rossa, grassi trans e grassi animali, alcool,  aumenta il rischio di endometriosi e peggiora i sintomi. E’molto importante ridurre l’infiammazione e mantenere la quiete ormonale, per far ciò bisogna bisogna seguire le indicazioni sottostante: 

Cosa ridurre ?

  • Alimenti ricchi in omega 6 (cibi confezionati, margarine, olio di soia ,di mais, di colza, crackers, grissini, piatti precotti etc)  poiché mediano la risposta infiammatoria. Essi  sono ovunque per cui è consigliabile leggere attentamente le etichette nutrizionali prima di acquistare un prodotto
  • Carne rossa, latte e derivati favoriscono la sintesi di prostaglandine pro- infiammatorie
  • I carboidrati ad alto indice glicemico stimolano la produzione di insulina (iperinsulinismo) favorendo la produzione di estrogeni
  • Alcool e caffè, il primo riduce la funzionalità epatica rallentando la demolizione degli estrogeni, il caffè peggiora i sintomi
  • Segale e avena perché contengono sostanze estrogeno-simili che possono peggiorare i sintomi e favorire la progressione della malattia
  • Alimenti contenenti glutine (pasta, pane, pizza etc), numerosi studi mostrano una correlazione tra la riduzione del glutine ed il miglioramento dei sintomi
  • Eliminare tutti i prodotti a base di soia poichè contengono fitoestrogeni.

Cosa aumentare ?

  • Cereali integrali poichè mantengono costante la produzione dell’insulina
  • Cereali e farine prive di glutine (riso integrale, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto, farina di castagne) per migliorare la sintomatologia (meteorismo, crampi, dolori pelvici, stanchezza )
  • Olio di oliva extra vergine prima spremitura a freddo ottimo alleato contro l’infiammazione cronica
  • Alimenti ricchi in omega 3 (pesce azzurro, olio di semi di lino) per contrastare l’infiammazione
  • Frutta e verdura (consigliate 2 porzioni al giorno di frutta e 3 porzioni di verdura) ricche in antiossidanti e vitamine

Si consiglia inoltre, di ridurre il consumo di sigarette poiché favoriscono lo stress ossidativo.

Condurre uno stile di vita attivo e mantenere un peso corporeo adeguato poiché l’endometriosi è una malattia caratterizzata da un eccesso di grassi. Maggiore è il peso corporeo, maggiore sarà la percentuale di massa grassa e di conseguenza la produzione di estrogeni.

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Alimentazione e donne – l’endometriosi

Sito web di Alimentazione in equilibrio

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