Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o SIBO?


Sei frustrata da disturbi digestivi come il gonfiore, il meteorismo, la costipazione, la diarrea o le reazioni avverse agli alimenti?

Stanca di girare da un medico all’altro per trovare solo un sollievo momentaneo dopo aver usato un antibiotico intestinale o addirittura un peggioramento dei sintomi dopo aver assunto dei probiotici?

Allora sei nel posto giusto!

E’ frequente che dopo una visita medica, in assenza di cause ovvie (come la Celiachia, il Morbo di Chron o la RCU) e in presenza di sintomi quali gonfiore, costipazione ,diarrea, intolleranza alimentare, si riceva una diagnosi di intestino irritabile (IBS).

Un’opzione ancora poco considerata è quella della SIBO.

Questo perchè al contrario dell’IBS, la SIBO è una malattia emersa più di recente. Ritenuta rara fino a poco tempo fà ma in realtà è più comune di quanto si possa credere, basti pensare che ben 80% di chi riceve diagnosi di IBS, in realtà soffre di SIBO.

Che cos’è la SIBO?


SIBO è l’acronimo di Small Intestine Bacterial Overgrowth ed è causata dalla colonizzazione di batteri nel piccolo intestino (meglio noto come intestino tenue).

L’intestino è una parte dell’apparto digerente che si estende dal piloro dello stomaco all’ano. È anatomicamente distinto in due parti: intestino tenue (anche detto piccolo intestino) e intestino crasso (anche detto grande intestino).

Per comprendere meglio, devi sapere che il piccolo intestino normalmente è sterile, ossia in questa porzione di intestino non ci vivono batteri.

Il grande intestino invece è la casa di milioni di batteri che ci aiutano nella digestione del cibo e nel mantenere pulito e in salute il nostro intestino.

La SIBO quindi è caratterizzata dalla presenza di batteri nel posto sbagliato e nel momento sbagliato.

E’ importante che tu sappia che i batteri che colonizzano il piccolo intestino, non sono batteri cattivi o patogeni, ma sono batteri commensali (ossia amici) normalmente presenti nel grande intestino. La loro unica colpa è quella di iniziare a vivere dove non dovrebbero causando una serie di problemi.

La SIBO quindi non è da confondere con un’infezione poichè l’infezione è causata da batteri che non appartengono al nostro corpo che prendono il sopravvento.

Nell’intestino tenue avviene buona parte della digestione degli alimenti quindi è un luogo “ameno” e ricco di cibo. Quando i batteri risalgono lungo il grande intestino e arrivano nel piccolo intestino, trovano abbondanza di cibo che iniziano a scomporre e metabolizzare. Questa inaspettata colonizzazione causa:

  1. Meteorismo, gonfiore ed infiammazione a causa dal gas prodotto dai batteri che fermentano i carboidrati ivi presenti;
  2. Problemi digestivi e malassorbimento dei nutrienti causati dai batteri che li sequestrano prima che il nostro organismo possa assorbirli;
  3. Leaky Gut (intestino permeabile) favorita dalle tossine rilasciate dai batteri quando concludono il ciclo vitale e muoiono.

Tutto ciò si traduce per te in dolore addominale, gonfiore, reflusso e disturbi digestivi, nausea, diarrea e/o stitichezza.

Le reazioni avverse agli alimenti sono molto frequenti e cibi che hai sempre mangiato ora sembrano farti male causandoti gonfiore ma anche rush cutanei, prurito, reazioni allergiche, tachicardia.

Inoltre le analisi del sangue spesso denotano carenze o valori non ottimali di Vitamina D e B12 associati a valori alti di acido folico (non sempre).

Come se ciò non bastasse, lo sviluppo di Leaky Gut in conseguenza alla SIBO, promuove sintomi che sembrano aver poco a fare con l’intestino (ma in realtà sono strettamente connessi), per cui potresti osservare anche:

  • Un aumento/peggioramento dell’ansia e della depressione;
  • Sindrome delle gambe senza riposo ossia una frenesia alle gambe che ti costringe a tenerle in continuo movimento;
  • Frequenti episodi di candida  o di cistite interstiziale;
  • Artrite reumatoide;
  • Anemia;
  • Stanchezza cronica;
  • Testa ovattata, come intorpidita (Brain Fog);
  • Patologie della pelle come Rosacea, Psoriasi, Eczemi, Acne.

Perchè ci si ammala di SIBO?


Come ti ho già detto, in condizioni normali l’intestino tenue è sterile. Questo grazie al Ph gastrico acido e al corretto funzionamento della motilità intestinale che permette il movimento del cibo e dei batteri lungo il sistema gastrointestinale.

La motilità è controllata  in parte dal Complesso Motorio Migrante (MMC) ed è come un’onda elettrica che ha origine nel cervello attraverso il nervo vago. Essa si comporta un pò come la domestica  delle pulizie: con la scopa raccoglie tutto ciò che trova sul pavimento e lo spinge via fino a buttarlo nella pattumiera. Allo stesso modo questa onda spinge il cibo, i batteri ed i residui alimentare giù fino al grande intestino.

E’ facile intuire che se per qualche motivo quest’onda si blocca, viene meno anche la pulizia intestinale e rimane tutto bloccato nel piccolo intestino. I batteri ivi iniziano a pullulare dando origine alla SIBO.

Molti fattori possono alterare il Complesso motorio migrante e di seguito ti parlerò delle 6 cause più comuni di SIBO:

1. Alterata motilità 

Alcune patologie possono causare un’alterata motilità intestinale. La SIBO infatti è molto frequente in chi soffre di patologie autoimmuni, ipotiroidismo, diabete, sclerodermia, infezioni croniche, patologie epatiche, infezioni da H. pylori.

2. Disfunzioni digestive

Il Ph gastrico gioca un ruolo fondamentale nel mantenere sterile e inaccessibile l’intestino tenue (piccolo intestino), purtroppo diverse condizioni posso alterarlo favorendo una condizione di ipocloridia (ossia un Ph meno acido) come ad esempio l’uso prolungato di inibitori della pompa protonica (PPI), alcuni farmaci (gli oppioidi ad esempio), le tossine, lo stress.

Per disfunzione digestiva si intende infatti un ridotto rilascio del HCL (acido cloridrico) , della bile e degli enzimi pancreatici.

L’HCL è particolarmente importante per la scomposizione delle proteine e ancor più perchè controlla il rilascio della bile e degli enzimi pancreatici.

Un adeguato quantità di HCL innesca il rilascio di bile dalla cistifellea. La bile è necessaria per la digestione dei grassi, ma agisce anche come antimicrobico nell’intestino tenue, aiutando a prevenire la proliferazione batterica. La bile raccoglie anche le tossine che il fegato secerne.

I livelli di bile, quindi, possono essere influenzati da un rilascio inadeguato di HCL, dalla disidratazione e ovviamente dalla rimozione della cistifellea.

Se la produzione di  bile è inadeguata, possiamo trovarci di fronte a disbiosi del microbioma, carenze di vitamine liposolubili come A, D, E e K e di sostanze nutritive.

Gli enzimi pancreatici sono secreti dal pancreas e svolgono un ruolo chiave nella scomposizione di carboidrati come zucchero e amidi e grassi. Gli enzimi pancreatici consentono agli amidi di essere scomposti nell’intestino tenue, piuttosto che fermentati, prevenendo la crescita eccessiva di batteri e funghi.

Agiscono quindi  come battericida contro Escherichia coli, Shigella, la Salmonella e Klebsiella pneumoniae e hanno attività fungistatica contro Candida albicans.

Il rilascio di enzimi pancreatici dipende da un adeguata presenza di HCL.

Insomma, tutto ruota intorno a livelli ottimali di HCL nello stomaco.

Come ti accennavo, diversi fattori possono alterare il suo rilascio.

Ad esempio la presenza di alcuni batteri nell’intestino come H. pylori, possono denaturare l’HCL.

Anche lo stress determina un ridotto rilascio di HCL questo perchè il rilascio di HCL è attivato dal nervo vago che collega il cervello e l’intestino.

Lo stress cronico sovrastimola il ramo simpatico del nostro sistema nervoso (come l’acceleratore) e sopprime il ramo parasimpatico (mettendolo in pausa). Abbiamo bisogno che entrambi siano in equilibrio.

Quando il sistema simpatico prevale si ha un rallentamento  della motilità perchè sotto stress (pericolo) digerire i nutrienti non è una priorità, la priorità è sottrarsi al pericolo. Per lo stesso motivo blocca le secrezioni digestive e sopprime l’attività immunitaria, mentre spinge verso la produzione di sostanze infiammatorie.

Un altro motivo per cui può insorgere la SIBO è la compromissione dell’immunità.

Circa l’86% dell’immunità totale del corpo si trova nel tratto gastrointestinale.

Tutto ciò che sopprime o altera questa attività immunitaria può renderti più vulnerabile alla promozione della crescita batterica dove non dovrebbe essere ossia nel tuo intestino tenue!

L’affaticamento surrenale (disregolazione dell’asse HPA) porta a livelli alterati dell’ormone dello stress (cortisolo).

Avere livelli di cortisolo cronicamente troppo alti o troppo bassi può causare una riduzione di secrezioni immunitarie nell’intestino. Ciò si manifesta con una carenza di SIgA.  Questo è un marker dell’immunità secretoria intestinale e della funzione di barriera e può mostrare perdita di resilienza e tolleranza.

I valori alterati di cortisolo possono anche rallentare la riparazione dei tessuti che compongono il nostro stomaco e il rivestimento intestinale, portando alla permeabilità intestinale (leaky gut).

Stress surrenalico, permeabilità intestinale, carena di SIgA sono tutte condizioni frequenti in chi soffre di Fibromialgia, Tiroidite di Hashimoto e Patologie autoimmuni in generale, Ipotiroidismo, Diabete, Patologie cronico degenerative.

Come un cade che si morde la coda la compresenza di una o più di queste patologie causa anche una ridotta motilità intestinale ecco perchè la SIBO è molto frequente in chi soffre di una o più di queste patologie.

3. L’assunzione di farmaci come oppioidi, narcotici, antispasmodici, PPI, antidepressivi triciclici può interferire con le funzioni digestive e la motilità intestinale favorendo lo sviluppo di SIBO.

4. Anomalie strutturali è una condizione più rara però vale la pena annoverarla.  L’intestino può presentare anomalie strutturali che rendono più difficile il suo svuotamento e la corretta motilità. Alcuni esempi possono essere la presenza di una stenosi (una sorta di strozzamento), un cattivo funzionamento della  valvola ileocecale (funge da porta tra l’intestino tenue ed il crasso impedendo la risalita dei batteri), interventi chirurgici che hanno modificato la struttura intestinale.

Queste condizioni alterano il normale flusso batterico. Gli unici modi per individuare queste anomalie sono il sottoporsi a radiografie e risonanza magnetica.

5. Candida e infezioni funginee, spesso si assiste ad una co-infezione (batteri vs funghi). La SIBO è infatti frequente in chi soffre di Candida ricorrente o altre infezioni funginee. La Candida contribuisce alla permeabilità intestinale e stimola la risposta infiammatoria tramite la produzione dell’interferone IFN.

Inoltre può aumentare la virulenza dei patogeni batterici come E faecalis , Staphylococcus aureus e Serratia marcescens;
Spesso si assiste ad un’eccessiva crescita di Candida o lieviti all’interno del tenue e in tal caso si parla di SIFO.
I sintomi da SIFO sono gli stessi dei sintomi da SIBO, ma va trattata in modo diverso.

6.  Endometriosi è una patologia infiammatoria su base ormonale. E’ frequente in chi soffre di endometriosi osservare sintomi da colon irritabile o da SIBO. Questa patologia può alterare il normale flusso batterico attraverso la formazione di aderenze e cicatrici “appiccicose” e creare le condizioni per l’instaurarsi di una SIBO.

Come faccio a sapere se soffro di SIBO?


Il modo migliore per scoprire se soffri di SIBO è effettuare un Breath test al Lattulosio (da non confondere con il breath test al lattosio usato per la diagnosi di intolleranza al lattosio).

Il breath test misura la quantità e la qualità di gas presente nel tuo respiro, gas prodotto dai batteri presenti nel intestino tenue.

E’ un test semplice e non invasivo e può essere effettuato anche a casa.

Consiste nell’assumere una soluzione di lattulosio e nel raccogliere ogni 20 minuti l’espirato in un apposito dispositivo. La durata complessiva del test è di 3 ore.

Il substrato (il lattulosio) impiega circa 2 ore per  spostarsi dall’intestino tenue al crasso.  Dopo 3 ore di misurazione è possibile osservare anche cosa succede all’interno nel grande intestino.

Il test deve rilevare la presenza di 2 gas: l’idrogeno ed il metano.

Esso ti permetterà non solo di sapere se c’è SIBO ma anche di capire che tipologia di SIBO è presente e a che livello.

Per avere un quadro più completo è possibile associare questo test  al breath test al glucosio. Questo substrato (il glucosio) permette di diagnosticare la SIBO nel tratto iniziale dell’intestino tenue, mentre il test al lattulosio può diagnosticare la SIBO in ogni parte del tenue.

Il test al lattulosio e/o al glucosio richiede una specifica preparazione con il fine di evitare un risultato falsato.

1 mese prima del test non devi effettuare colonscopia ne assumere antibiotici.

2 settimane prima del test devi sospendere l’uso di probiotici, lassativi, alimenti fermentati, erbe lassative, magnesio e vitamina C se essi vengono utilizzati per favorire le evacuazioni. Infine gli integratori a supporto delle funzioni digestive (betaine HCL, enzimi digestivi). Se sei reduce da episodi di diarrea devi aspettare 2 settimane prima di poter fare il test.

3 giorni prima dell’esame è necessario iniziare a seguire una dieta Low- FODMAP. Gli unici alimenti che potrai assumere sono: carne bianca, uova, parmigiano 36 mesi, piccole quantità di riso basmati o jasmine, olio extra vergine di olive o di cocco. Evita qualunque verdura e frutto.

1 giorno prima del test sospendi gli antiacidi e i gli inibitori di pompa protonica (PPI).

3 tipologie di SIBO


Forse fino ad ora hai pensato che la SIBO fosse solo una, in realtà esistono ben 3 tipologie differenti di SIBO designate dal tipo di gas predominante prodotto dai batteri: Idrogeno, Metano o Idrogeno solforato.

La SIBO ad Idrogeno è associata a diarrea mentre la SIBO a metano è associata a costipazione e stitichezza.

Noi essere umani non siamo in grado di produrre idrogeno e metano ma esistono diversi batteri in grado di produrre idrogeno il quale può essere convertito in metano dal Metanobrevibacter Smithii.

Si può creare anche una condizione in cui sono alti sia i livelli di idrogeno che di metano e ciò causerebbe un alternanza tra diarrea e stitichezza ed una diagnosi di SIBO mista.

Una terza tipologia è la SIBO ad idrogeno solfato, la più difficile da diagnosticare. Non esiste un test specifico per diagnosticare questo tipo di SIBO ma dal test al lattulosio è possibile identificare un pattern specifico definito “linea piatta”.

Questo risultato va incrociato con i sintomi dove oltre a quelli classici da SIBO (gonfiore, diarrea, stipsi, dolore addominale) è possibile osservare anche alcuni dei seguenti:

  • Dolore, frequenza/urgenza ad urinare
  • Dolori muscolari
  • Formicolio o intorpidimento alle estremità delle mani
  • Sensibilità al rumore e/o alla luce
  • Sensibilità all’istamina
  • Gas che odora di zolfo (come uova marce)
  • Dolore a tutto il corpo e sensazione generale di malessere
  • Intolleranza allo zolfo

L’intolleranza allo zolfo si presenta con sintomi sono molto simili all’intolleranza all’istamina: asma, mancanza di respiro, orticaria/prurito cutaneo, mal di testa, nausea, diarrea, vampate di calore, pressione sanguigna alta o bassa, nebbia cerebrale, stress cronico (tramite aumento di cortisolo e glutammato) e affaticamento.

Se hai un’intolleranza allo zolfo, potresti scoprire che i cibi ad alto contenuto di zolfo – come cavoli, uova, carne rossa e aglio – ti fanno sentire peggio.

Come posso trattare la mia SIBO


La buona notizia è che la SIBO può essere curata, ma richiede un pò di pazienza e per evitare recidive è fondamentale individuare e lavorare  sulle cause scatenanti e/o di mantenimento.

Non esiste un solo tipo di dieta per trattare la SIBO ma l’approccio migliore andrà definito dopo aver raccolto tutte le informazioni necessarie.

La dieta avrà come primo obiettivo quello di indebolire i batteri che hanno colonizzato il tenue, rimuovere le cause scatenanti e riparare l’epitelio intestinale danneggiato.

La fase 1 ha una durata minima di 4-6 settimane e il passaggio allo step successivo si avrà solo quando almeno il 50% dei sintomi iniziali sono migliorati.

Al miglioramento dei sintomi si passa alla fase 2 che ha come obiettivo quello di rimuovere i batteri ormai deboli ed il loro biofilm.

Al piano alimentare abbinerò antimicrobici e integratori in grado di rompere il biofilm batterico.

In questa fase è importante lavorare anche su una corretta motilità intestinale, le funzioni digestive, la gestione dello stress e del sonno. Questa fase ha una durata minima di 4-6 settimane e solo quando l’80% dei sintomi è migliorato sarà possibile passare all’ultima fase.

La fase 3 vede il ripristino del microbiota attraverso la reintroduzione di carboidrati fermentabili, cibi fermentati e fibre per aumentare la variabilità microbica. In questa fase è necessario inserire i probiotici ed i procinetici per favorire il corretto funzionamento del complesso motorio migrante.

E’ importante lavorare sullo stile di vita avvalendosi anche di tecniche di respirazione e meditazione, lo yoga, attività all’aria aperta.

Per risolvere ed evitare recidive è importante farsi seguire da chi ha esperienza con il trattamento della SIBO e sappia riconoscere le possibili cause oltre che saperle trattare in modo adeguato.

Spesso è richiesto un approccio multidisciplinare.

Se hai deciso di affrontare nel modo corretto questo problema, non indugiare ulteriormente e prenota la tua visita.